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Gelatina di limone giallo Ferber Leçons de Confitures

Gelatina di limone giallo Gelée de citron jaune Ferber Leçons de confitures, trovate quella del Larousse des confitures qui.

Gélée in progress

Ho trovato, come mele bio, delle Stark non troppo mature, e quelle ho utilizzato, mi pare con buon risultato.

E’ un procedimento che si fa in due giorni, o, insomma, con una notte di mezzo: iniziate la sera e al mattino del giorno dopo potreste aver finito il tutto.

750 gr. di mele acide, Granny Smith, io, non trovandone di bio, Stark

80 cl. di acqua + altri 40 cl.

1,3 kg. circa di limoni, di cui due non trattati (si deve ottenere mezzo litro di succo e si utilizzeranno i flavedi (la sola parte colorata della scorza) dei due limoni, e anche l’albedo di uno). Io ho fatto questa ricetta proprio per utilizzare il succo dei limoni (tutti non trattati) impiegati per il limoncello, quindi al momento giusto li spazzolerò con cura sotto l’acqua corrente e procederò a rimuoverne la scorza per il limoncello e per questa ricetta (limitatamente alle scorze di due limoni). Per quanto riguarda il limoncello per non disperdere le essenze avrò già a disposizione un vaso perfettamente pulito e l’alcool a 96 gradi, così via via metterò le scorze prelevate direttamente nell’alcool, tenendo quelle degli altri due limoni a parte per questa ricetta.

1 kg zucchero semolato

un pizzico di sale

Il primo giorno, tempo di pectina

1) Sciacquate le mele molto bene e tagliatele in quarti senza pelarle, lasciate torsolo e semi ma rimuovete il picciolo.

2) Mettete le mele in una casseruola e copritele con gli 80 cl. di acqua fate cuocere a fuoco dolce sobbollendo per una trentina di minuti

3) Filtrate il succo ottenuto dapprima attraverso un chinois fine o anche direttamente attraverso un telo, o jelly bag sterilizzati (bollire una decina di minuti prima dell’uso, lavare sempre a mano e senza detersivi), io uso anche un telo da formaggio in lino, messo doppio. Il succo dovrà essere raccolto in un sottostante contenitore non metallico (inox o vetro o ceramica). Lasciate scolare tutta la notte al fresco, di modo che le impurità si depositino al fondo del recipiente.

Qui ho usato una étamine in un bellissimo quanto funzionale imbuto, molto Fortuny style, nella foto precedente una jelly bag col suo sostegno e questo .

Etamine e imbuto Fortuny

Il secondo giorno

4) Prelevate le scorze gialle, senza intaccare l’albedo, la parte bianca di tutti i limoni non trattati, (usatele per il limoncello, e mettetele subito sotto alcool, tranne quella di due)

5) Spremete i limoni e aggiungetene eventualmente altri, il succo deve essere pari a mezzo litro, filtratelo attraverso un chinois a maglie fini e riservate la parte fibrosa, unitamente ai semi, e alla parta bianca di uno dei limoni spremuti.

6) Sbianchite in una piccola casseruola, in 40 cl di acqua e un pizzico di sale, le scorze dei due limoni, fate bollire per cinque minuti e raffreddate sotto acqua fredda. Tagliate le scorzette a striscioline sottili.

7) Misurate il succo delle mele (ve ne servirà mezzo litro, il resto tenetelo per un’altra gélée o marmellata/confettura) e versatelo lentamente (e lasciando il deposito sul fondo nel recipiente) nella pentola di cottura, riunitevi il succo di limone, lo zucchero e le scorze finemente tagliate, inserite in un lino leggero, a mo’ di fagottino, il residuo della spremuta dei limoni, chiudetelo con spago da cucina e immergetelo nel liquido, trattenendolo sul manico della pentola con lo spago, annodato.

Iniziate a fuoco molto basso e mescolate con cura vegliando sulla soluzione dello zucchero, che deve effettuarsi prima dell’ebollizione. Una volta disciolto lo zucchero portate rapidamente all’ebollizione a fuoco vivo schiumando regolarmente e continuate così per una decina di minuti, fino a quando il termometro da zuccheri non segni 105° e/o la verifica della consistenza non dia i suoi risultati.
Spremete con una schiumarola il fagottino di semi e fibre e rimuovetelo dalla conserva.
Invasate come di consueto in vasi sterilizzati (io in forno).

Variante (vivamente consigliata, ma in altro libro e sempre per ricetta di gélée) A inizio cottura aggiungete nella pentola da confettura 25 foglie di menta (io piperita) e 25 di erba cedrina (lippia citriodora) almeno così penso intendesse con verveine (verveine-citronelle, integro io il suo francese, visto che di verveine-citronelle scrive all’inizio del libro).

P.S. Non butterete via le mele, eh, con quelle, passate al passaverdura disco con fori sottili, ci potrete fare altre cose, e buone!

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Marmellata di limoni gialli (e verdi) dell’amica Fiorenza

limoni affettati a macchina

Ho raddoppiato i quantitativi della ricetta, passatami dalla carissima amica Fiorenza, che l’anno scorso mi ha regalato un vasetto di questa meravigliosa marmellata.

Di seguito gli ingredienti, che io ho poi raddoppiato:

1000 gr. di limoni non trattati, io ne ho utilizzati anche di verdi, vedremo 🙂
1300 gr. di zucchero semolato.

Giorno primo:

Spazzolate e sciacquate con cura i limoni – io mi sono avvalsa di uno spazzolino dentale di quelli a batterie,  appositamente comprato per gli agrumi e per lo zenzero.

Asciugateli e affettateli piuttosto sottilmente. Io ho usato l’affettatrice, foderando il piano di raccolta con carta forno, esperimento riuscitissimo. E’ un po’ noioso liberarli dai semi ma si può fare, anzi si deve. Io ho pensato di raccogliere i semi e utilizzarli il giorno dopo.

Copriteli d’acqua in una terrina di vetro, terraglia  o acciaio inox e lasciateli in macerazione per 24 ore, al fresco.
Io li ho coperti con della carta da forno e li ho tenuti immersi utilizzando un accessorio per la cottura a vapore (acciaio inox).

limoni sott'acqua

Giorno secondo:

Scolate i limoni mettendo da parte 250-300 ml dell’acqua di macerazione, riunite quell’acqua e i limoni scolati nella pentola da marmellate. Io ci ho aggiunto un telino, annodato a un manico, contente i semi messi da parte il giorno prima, immerso nel liquido.
Portate a ebollizione e – cosa stranissima perché di solito lo zucchero va aggiunto a freddo e sciolto perfettamente prima dell’ebollizione – aggiungete lo zucchero, mescolate per bene e riportate a bollore, seguitando la cottura per quaranta-cinquanta minuti  mescolando ogni tanto.
Passare la parte solida al mixer rendendo il tutto più o meno omogeneo, rimettere tutto nella pentola e portare velocemente a ebollizione.
Io ho aggiunto un bicchierino di gin, mescolato per bene e bollito un paio di minuti.
Nel frattempo nel forno avrete provveduto a sterilizzare i vasi , pulitissimi, tenendoceli a 110 gradi per almeno un quarto d’ora.
Invasate come di consueto.

Hamad M’Rakad Preserved Lemons or Limes Limoni Limette sotto sale Claudia Roden

Copertina Mediterranean Cookery

Non ne ho, al momento,  da fotografare per illustrare la ricetta ma, visto che molte persone in questi giorni si chiedono come farli, soprattutto incerti se aggiungere olio e quale e quando e quanto ecco qua la ricetta di un’autrice che molto ha contribuito a far conoscere, tra altre, la cucina del mediterraneo. Questo libro si trova, nel momento in cui scrivo, scontatissimo su amazon.co.uk, fate attenzione allo stato della rilegatura se lo comprate usato. O, se il prezzo è davvero conveniente, mettete nel budget la possibilità di farvelo rilegare perché lo consulterete spesso.

Si devono scegliere limoni, o limette,  maturi e senza alcuna imperfezione nella scorza. Io uso sale marino grezzo.
Spazzolarli per bene sotto acqua corrente e asciugarli.
Praticare due tagli longitudinali incrociati di modo da quasi dividere in quarti ogni frutto, facendo attenzione a non incidere fino in fondo, di modo che il frutto si presenti come una specie di bocciolo a quattro petali, restando integro in una delle due parti terminali.
Cospargere abbondantemente di sale la polpa così tagliata (circa 125 gr. per kg. di frutta, io ne metto un cucchiaio colmo in ogni limone), richiudere i limoni, ricomponendoli e porli in un vaso sterilizzato in modo che restino fermamente compattati l’uno presso all’altro.
Spremete il succo di altri limoni fino a ricoprirli del tutto.
Il sale farà il suo lavoro estraendo il resto del succo dalla polpa dei limoni incisi e le scorze risulteranno tenere nel giro di una settimana.
I limoni saranno pronti per l’uso restando a macerare per tre o quattro settimana.
Al momento dell’uso trarre fuori il limone e dissalarlo sotto acqua corrente, scartando la polpa giacché se ne userà la sola scorza, scrive qui la Roden. Un’amica mi fa notare che in diverse ricette si usa anche la polpa per la marinatura di certi piatti, in effetti in altri testi della Roden si accenna all’uso anche della polpa, grazie Giovanna!

Dice la Roden che è cheaper e più facile, ma non altrettanto buono, coprire i limoni salati con una salamoia concentrata o con una miscela di olio di girasole ed acqua. (Ricette, queste sconsigliate, che trovo in altri libri anche buoni)
Io vi ricordo che se utilizzerete dei limoni non trattati anche per il succo di copertura potreste spelarli prima di spremerli e farvi, per esempio,  le scorzette candite (alla velocissima quanto a preparazione) sotto il miele, oppure – di gran lunga migliore  –quest’altra ricetta potrebbe soccorrervi. E quando preparate del Limoncello o altri liquori che utilizzano la sola scorza del limone potreste utilizzare il succo per sommergere questi. Sto per inserire un’altra ricetta di scorza di limone candita, visto che ne ho usati parecchi per il succo e sto per inserire una ricetta alternativa e più veloce, consigliata dalla stessa autrice nel libro Tamarind & Saffron.

Scorzette di agrumi, senza albedo, candite nel miele

Magari avete una ricetta che preveda un bel tot di succo di agrumi, da unirsi ad altra frutta, o a verdure, come in un chutney, o ad agrumi utilizzati in toto e non avete alcool o vodka per un Limoncello oppure vorreste fare dei canditi da prepararsi alla veloce. Momentaneamente alla veloce, giacché questo tipo di canditura nel miele, chiamiamola così, esige tre mesi di stagionatura.
Ecco come fare, e gli ingredienti, riportati più che altro un’idea per le proporzioni scorza-miele:

circa 150 gr. di scorzette (io ho usato quelle di limoni, del tipo nocellara primofiore, utilizzati per il succo in una marmellata di limoni della Ferber )
450 gr. di miele limpido e chiaro (io ho usato quello di acacia)

Sbianchire le scorze, tagliate a striscioline, in acqua bollente per cinque minuti.
Scolarle e sciacquarle in acqua fredda corrente e fatele completamente asciugare distendendole su carta da cucina.
Disponetene uno strato in un vaso a imboccatura larga (io uso quelli con la chiusura a gancio, vecchio stile, sterilizzato, freddo e perfettamente asciutto e versateci sopra un cucchiaio di miele, con cura.
Ripetere l’operazione fino ad esaurimento delle scorze e concludere, ovviamente, con del miele.
Chiudere Il vaso per bene e porlo in un luogo asciutto, buio e fresco, scuotendolo ogni tanto e tenendo d’occhio, i primi tempi, il livello del miele, rimboccando via via se le scorze dovessero affiorare.
Attendere tre mesi prima del consumo.

Ottimi in pudding, torte, biscotti, in pudding di riso e gelati, mescolati a frutta secca nella farcitura di mele al forno, per torte di mele o di pere.

Marmellata di limoni gialli (e verdi) da Ferber Leçons de Confitures

limoni interi

Sono al rush finale di questa marmellata, di cui condivido (a prescindere :-)) la ricetta perché so che sarà buona, come le altre ricette tratte dai libri di questa insigne chef patissier alsaziana, che mai delude o tradisce.

500 gr. di limoni non trattati

1300 gr. di limoni eventualmente anche trattati (se ne utilizza il solo succo) per ottenerne 500 ml. (a tale scopo io ne ho usati 1500)

1000 gr. di zucchero semolato

Giorno primo:

Spazzolate e sciacquate con cura i limoni non trattati (cioè i 500 gr. citati per primi). Fate bollire dell’acqua in una pentola capiente e buttateci i limoni interi, quando bolle. Fate riprendere una sommessa ebollizione e lasciate sobbollire, a fremito d’acqua, per un quarto d’ora.

Nel frattempo spremete gli altri limoni fino a trarne 500 ml. di succo, che non occorre ulteriormente filtrare, tendendo da parte anche i semi e le membrane rimaste nello spremiagrumi insieme ad essi.

Io ho usato, come fonte anche di succo, dei limoni non trattati, quindi prima di tagliarli in due per spremerli ho messo da parte la scorza, il solo giallo, quella sottile (coprite con un telino umido, per non farla disidratare, ma la utilizzerete ben presto, vedrete come).

Tornando ai nostri limoni interi, finito il quarto d’ora di sbianchitura, traeteli dall’acqua (tenete l’acqua, lasciate la pentola dov’è se pensate di candire le scorzette di quelli spremuti, vi servirà tutto) e raffreddateli in un bagno di acqua fresca.

Tagliateli a fette su un tagliere su una terrina (per raccogliere il succo, che perderanno copiosamente). La Ferber dice di 4 mm. ma se volete dividere per il lungo e poi tagliare a fette non è male, visto che il secondo giorno dovrete passare al mixer il tutto. Togliete accuratamente i semi e metteteli con gli altri, vi serviranno.

Ora mettete le fette, il succo dei limoni, lo zucchero nella bassine à confiture  e raccogliete in un piccolo lino, avvolto a sacchetto, i semi e le membrane dei limoni (questo Ferber non lo dice ma io lo fo per far gelificare prima la marmellata), immergendolo dentro il recipiente di cottura e legandolo a un manico dello stesso.

Fate molta attenzione a che lo zucchero si sciolga perfettamente prima che il composto raggiunga l’ebollizione, scaldando a fiamma molto bassa e mescolando delicatamente. Al primo fremito togliete tutto dal fuoco e versate tutto, sacchetto compreso, in una terrina.

fine primo giorno

Coprite la superficie del preparato con carta da forno e lasciate macerare al fresco una notte.

fine primo giorno in riposo

(Ma – direte forse voi – e  le scorzette da candire col miele? E l’acqua in cui abbiamo fatto cuocere i limoni interi? Ecco qua: fate riprendere bollore a quell’acqua e usatela come la semplice acqua in questa ricetta di Scorze di limoni candite in un lampo (col miele).)

Giorno secondo:

Versate il tutto, sacchettino compreso, fissandolo al manico, nella bassine à confiture, portate a ebollizione e mantenere il tutto a fuoco vivo per una decina di minuti, rimestando continuamente. Schiumate.

Strizzate il sacchettino prima di toglierlo dal preparato e passate al mixer. Facendo attenzione eh: la temperatura e gli schizzi non sono da sottovalutare.

Rimettete sul fuoco portando a bollore e mantenendo così la cottura per cinque minuti, mescolando sempre.

Verificate la consistenza (ricordate che gli agrumi tendono a solidificarsi parecchio, dopo la cottura, quindi la gelificazione, a questo stadio, deve essere leggera) e invasate a caldo.

Perché ho scritto di limoni gialli (e verdi)? Perché c’è una variante che prevede limoni verdi (succo) e limoni gialli (quelli che faranno la loro parte nella loro interezza dapprima e passati al mixer dopo). Io ho usato anche in questa ricetta i limoni nocellara primo fiore, comprati via Internet da Arance da gustare, un produttore di Acireale in cui sono felicissima di essermi imbattuta grazie a un amico di Facebook.

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