Qualcuno non le ama, quando le ricostituisce le trova spugnose, altri anche troppo amare.
Prima di essiccarle da me io le compravo secche, da Mascari, e le trovavo buonissime.
Come ora.
Certo non mi sono mai avventurata in chissà quali ricette per le melanzane fresche se non aggiungendole a sughi, senza reidratarle prima, o trattandole (in questo caso reidratandole) come i funghi secchi.
In genere taglio le melanzane, quelle lunghe, in perfetto stato di maturazione, nel senso della lunghezza, con l’affettatrice elettrica, ed essiccano piuttosto velocemente.
L’ultima volta le ho messe nell’essiccatore, senza procedere alla fase in cui si mettono sotto sale, compresse, a perdere l’acqua di vegetazione.
E’ tutto molto semplice: le lavate per bene, e, ben asciugate, le affettate e le ponete nei cestelli dell’essiccatore, curando di non sovrapporle.
In questo caso mi sono accorta di non aver abbastanza spazio nei cestelli per le melanzane preparate, così ho fatto di necessità virtù e le ho formate a cannolo, col risultato che si vede nella foto . In altri casi sono molto comode le zucchine essiccate intorno a un qualche ferro da cannolo, o da cono (non occorre che siano cotte, e sono perfette ripiene di qualcosa di buono, che le idrata quel tanto che basta) , le melanzane, invece, vanno cotte per eliminare la solanina e, pertanto, i rotolini li ho fatti solo per farci stare tutte le fette, e senza ferro: le melanzane hanno tenuto la forma.
Ho usato il programma P2, del mio essiccatore Tauro, che modula diverse temperature e ventilazioni per ottimizzare resa e consumi.
Tempi accettabili e, ovviamente, variabili per tutti i fattori in gioco.
Volendo accelerare il processo potreste utilizzare un programma a temperatura molto più elevata, come il P4, magari un po’ prima che finisca il programma P2, Ovviamente il risultato sarà diverso ma consiglierei di provare, per rendersi conto della differenza di sapore. A temperature inferiori e tempi più lunghi corrisponde la preservazione di più nutrienti.
Si raccomanda, il produttore, di non attendere il raffreddamento del prodotto ma di invasare subito, per evitare che il prodotto assorba l’umidità ambientale, in vasi ermetici, se volete sottovuoto.
Conservare al riparo della luce solare.
Utilizzi (miei): in aggiunta alle salse di pomodoro, per esempio, in frittate (controllare se sia sufficiente il liquido presente nelle uova, lasciandole magari un poco in ammollo lì) e ultimamente ho provato a farle in carpione, anzi in saòr, introducendo nella ricetta una piccola variazione, che vi riporto qui sotto. Al momento, prima delle canoniche 24 ore di macerazione, le ho sentite con qualche nota di troppo del registro amarotico ma poi, col tempo, hanno perso quel sentore, favorito anche dalla presenza delle note amare dell’alloro e, in parte, della menta. Buonissimo e rifarò quella ricetta.
In pratica ho (ovviamente) saltato la fase della frittura delle melanzane e le ho unite, da secche al saòr, facendole bollire un pochetto, fino al loro ammorbidimento.’
Chi volesse saperne di più su questi essiccatori e sui programmi può vedere il manuale in pdf, alla pagina del download sul sito del produttore.