Eccomi a preparare le scorte di liquori profumati.
Questo è il Rosolio di latte, che sa di vaniglia e limone.
Mia sorella Patti, che vive in Sicilia, mi ha regalato anni fa questo ricchissimo libro: La cucina siciliana, di Alba Allotta, per me eccellente autrice e per cui ancora ringrazio la sister lontana e un po’ mi pare d’essere con lei quando lo sfoglio.
Ingredienti:
1/2 l di latte
mezzo baccello di vaniglia
500 g di zucchero semolato
1/2 l di alcool a 90°
1 limone non trattato
Nel Bimby ho ridotto in polvere finissima lo zucchero.
Spazzolato e lavato sotto acqua corrente il limone, l’ho asciugato, tagliato a pezzotti e, privato dei semi, l’ho trasferito in un vaso di vetro da 2 litri, pulitissimo, a chiusura ermetica.
Ho aggiunto il mezzo baccello di vaniglia, inciso a metà, l’alcool, lo zucchero e il latte.
Ho mescolato e chiuso per bene il coperchio.
Il vaso va riposto in luogo fresco e asciutto per 2 settimane, e agitato due volte al giorno.
Trascorso il tempo di macerazione, si filtra il rosolio – io uso un imbuto foderato con un filtro da caffé americano – e lo si fa stagionare per almeno un mese, in una bottiglia ben chiusa, prima di servirlo. Ben freddo.
Ho trovato questa ricetta cercando ispirazione per un dessert da potersi trasportare/servire in contenitori individuali, che prevedesse una cottura non necessariamente nel forno e nemmeno troppa attenzione da parte mia.
Eccovi un video molto ben fatto, con proporzioni diverse (la metà del riso sullo stesso quantitativo di latte, ovviamente il risultato è più cremoso) e qualche altra lieve differenza.
Qui potete seguire i passaggi (NB: il sale viene aggiunto alla fine) e cogliere pure il colpo finale, con la caramellizzazione a fiamma dello zucchero, in superficie, cosa che rende questo dessert ancora più buono (e bello) e profumato e gustoso.
L’idea era quella di utilizzare la slow cooker, questa la mia, che consiglio vivamente, quindi di preparare poche cose, impostare il timer e dimenticarmene, o quasi.
Così sono finita su questa pagina e l’esperimento, mi è piaciuto, compresa la mia personale variazione, diretta all’utilizzo liberatorio della slow cooker.
Ingredienti:
– 200 grammi di riso, io ho usato il riso Originario, che trovo adatto a questi dolci
– 250 grammi di zucchero (dopo la prima prova ne ho ridotto l’ammontare di circa un etto, mettendone 160 grammi)
– 50 gr di burro
– un litro e mezzo di latte intero
– due bastoncini di cannella
– La scorza di un grosso limone bio o non trattato, grattugiata
– Un pizzico di sale
– Cannella in polvere
– Un tocco di Anisette, se piace, io non l’ho usata perché non ne avevo, ma penso che ci starebbe bene.
Ho messo il riso per un po’ in ammollo in acqua fredda, con un po’ di sale, non che l’ammollo sia necessario ma io preferisco che il riso resti un po’ meno colloso e compatto.
Ho riscaldato brevemente il latte, evitando di portarlo a ebollizione, e l’ho quindi versato nella slow cooker, impostando su High e aggiungendo, dopo qualche tempo perché il latte riprendesse temperatura, il riso ben drenato, un pizzico di sale, la cannella in canna, la scorza del limone , (grattugiata evitando di intaccare l’albedo, che lascia un gusto amaro e, qui, spiacevole). Ho impostato il tempo su due ore a potenza Low. La cottura in un tegame normale, sul fornello, richiede da un’ora e mezza o due, a fiamma bassissima, a partire dal momento in cui si aggiunge il riso e gli altri ingredienti al latte – così sulla pagina da cui ho tratto la ricetta – ma io penso che il latte si asciugherebbe molto prima, provateci: ovviamente, bisogna star di guardia e mescolare spesso per evitare che il riso si attacchi sul fondo.
Una volta che la cottura lenta del riso sia in dirittura di arrivo e il riso ammorbidito, intorno alle due ore di cottura, si aggiungono il burro e lo zucchero e si mescola. Si continua a cuocere ancora per qualche minuto mentre zucchero e burro si fondono e il riso si trasforma in un delizioso dessert cremoso e profumato, da consumarsi tiepido o freddo. Ovviamente, se si completa con lo zucchero caramellato a fiamma, il dessert richiede di essere dapprima refrigerato, e finito al momento di servire.
L’aroma e la consistenza migliorano entrambe se il dolce viene consumato dopo qualche ora, e quindi preparato, versato nei contenitori individuali, come preferisco fare io, e conservato in frigo.
OPPOSTI MA CON GUSTO Blog di racconti enogastronomici a partire da due punti di vista differenti: una buon gustaia in carne, tendente al fritto, in viaggio con una buon gustaia personal trainer, tendente salutista! Qui la tradizione si fonde con le nuove esperienze, le ricette diventano ricordi e la condivisione ha un sapore leggero e simpatico.
Una famiglia alla ricerca dell'equilibrio tra figlie in crescita, esperimenti di panificazione e vita in campagna. A family in search of balance between daughters growing, experiments of bakery and country life.
Non ci accomuna l'etnia. Nè la lingua araba,inglese,cecoslovacca,turca e chi più ne ha più ne metta; nè il modo differente di vestire e le innumerevoli culture.Ma c'è qualcosa che ci unisce più di tutte e che da vita ad un arcobaleno colmo di tradizioni,colori e sapori:la cucina.Che sia semplice o elaborata,in tutte le sue forme non è altro che il frutto del nostro essere.Che sia cinese,francese o italiana è la convivialità,l'amore per la tavola e la gioia di condividerla con i nostri cari a formare un unione vera e propria,che si spera,con il tempo,non scomparirà mai.
Non c’è posto al mondo che io ami più della cucina. Non importa dove si trova, com’è fatta: purché sia una cucina, un posto dove si fa da mangiare, io sto bene. Se possibile le preferisco funzionali e vissute. Magari con tantissimi strofinacci asciutti e puliti e le piastrelle bianche che scintillano.” Due frasi, due concetti che definiscono la mia filosofia di cucina. Il tutto condito poi con passione, allegria, costanza, tenacia e grinta e amore
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