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Budino di pane nella Instant Pot o pentola a pressione

Budino di pane nello scodello della pentola a pressione, normale o elettrica che sia.

budino di pane

Questa ricetta stava in un vecchissimo opuscolo, del 1974, della Lagostina a firma Lisa Biondi, dedicato alla pentola a pressione, ed è stata poi ripresa, con qualche variazione, quando iniziarono a produrre gli scodelli e i vari cestelli per la cottura a vapore, sempre Lagostina, ed allora fu riferita al loro cestello con coperchio, con tempi diversi e senza più menzione del contenitore alternativo, che nel librino del ’74 veniva consigliato (con tanto di istruzioni su come dotare uno stampo normale di coperchio e spaghino per essere inserito ed estratto dalla pentola a pressione).
Un buon dolce semplice, da provare anche nella Instant Pot o in altre pentole a pressione, elettriche o meno, un modo per utilizzare del pane avanzato.

Ingredienti:

150 g. di pane raffermo, privato della crosta (io uso la grattugia per eliminarla) e tagliato a fette sottili
½ litro di latte
50 g. di burro
100 g. di zucchero
50 g. di uvetta ammollata
2 uova intere
2 mele grattugiate
la scorza grattugiata di mezz’arancia o di mezzo limone

Per il caramello:
3 cucchiai di zucchero e un cucchiaino d’acqua

Ponete in una terrina resistente al calore il pane, aggiungetevi il burro a tocchetti, versatevi il latte bollente e lasciate riposare qualche ora, anche tutta la notte, se volete.
Passate al passaverdure, come ho fatto io, o omogeneizzatelo con una forchetta, l’impasto base e aggiungete gli altri ingredienti, avendo cura di infarinare l’uvetta, ben scolata e asciugata.
Caramellate lo zucchero nello scodello e distribuitelo anche sulle pareti. Lasciate raffreddare.
Versate il preparato nello scodello, ormai freddo, e chiudetelo con il coperchio (se non avete il coperchio chiudete con un doppio strato di carta forno, o alluminio, legandolo bene con spago da cucina. Se state usando un semplice stampo, una volta assicurato il coperchio home made, legatelo con uno spago a croce, creando una piccola maniglia per poterlo inserire ed estrarre.
Inserite nella pentola la retina di base, per distanziare stampo o scodello dal fondo.
Aggiungete nella pentola 500 ml di acqua, io nella IP 250 ml, inserite lo stampo/cestello.
Chiudete la pentola, a valvola chiusa, e contate 45 minuti dal fischio. Impostate su Steam nella Instant Pot e 45 minuti high pressure.
Al termine attendete qualche minuto,  sfiatate ed estraete lo stampo/cestello, che scoperchierete con attenzione, evitando che le gocce di condensa entrino nel dolcetto.
Attendete il raffreddamento e sformate

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Maccafame (uno dei molti) Vicentino

maccafame-vicentinoMolte sono le versioni di questa ricetta, spesso molto diverse tra loro, in particolare per quel che riguarda la presenza delle mele, per cui io ho un’idea originale che realizzerò appena possibile.
Per questa sono grata a Francesca, e la ricetta si trova qui.
A sua volta lei accenna a un libro, da cui l’avrebbe tratta, che però non nomina.
Ingredienti:

Pane raffermo tagliato a piccoli pezzi/sbriciolato 250 g
Latte 1 litro
Zucchero 200 g 
Uova 5
Burro 100 g
Scorza grattugiata  di mezzo limone
Scorza grattugiata di mezza arancia 
Uva passa 100 g (io ho usato della sultanina e del mirtillo rosso (cranberry))
Fecola di patate 1 cucchiaio da tè
Lievito per dolci 1 cucchiaino
Rum 1 cucchiaio da tavola 
Pangrattato qb

Tirar fuori le uova dal frigo e sciogliere il burro a bagnomaria.
Portate il forno a 170 gradi.
Imburrate uno stampo apribile a cerniera, io ho foderato il fondo con della carta forno. Potreste invece anche imburrarlo e cospargerlo di pangrattato ben setacciato, alternativamente; io però non mi fido e non credo che abbandonerò il metodo della carta forno sul fondo.
Nel frattempo ammorbidire il pane con il latte, aggiungendolo in più riprese e schiacciando il pane con una forchetta, il pane e il latte dovranno ridursi a crema, quindi è bene prepararlo già ben rammollito e uniformato.
Non ho qui la planetaria e quindi ho usato, per quasi tutta la lavorazione, l’accessorio a fruste di un vecchio Braun K1000, utilizzando le fruste più solide e, ovviamente, la ciotola in dotazione. Ho pertanto inserito la pappetta formata dal pane inzuppato nel latte nella ciotola di questo mixer e l’ho lavorato per qualche minuto, fino a renderlo della consistenza di una crema.
Ho aggiunto lo zucchero, poco alla volta, a seguire le uova, uno alla volta, incorporandole bene prima di passare al successivo.
Il burro, ormai ben intiepidito, le scorze degli agrumi, il rum, il pochissimo lievito, setacciato  e, a mano, con un cucchiaio, l’uva passa (non l’ho ammollata, l’ho sciacquata velocemente in acqua tiepida, asciugata per bene e avvolta nella fecola di patate proprio all’ultimo momento, prima di incorporarla all’impasto).

E’ fatto, riempite lo stampo, muovetelo per livellare l’impasto, infornate e … ci vuole un bel po’: a me c’è voluta un’ora e dieci ma controllate pure voi, si colora un pochetto e si gonfia molto, riabbassandosi, poi, all’uscita dal forno.
Lasciate che si stabilizzi nello stampo attendendo con pazienza che si intiepisca, solo allora aprite lo stampo e mettete il tutto a raffreddare sulla griglia (io ho lasciato la carta forno sotto il dolce ancora per un po’).

Una volta intiepidito cospargere di zucchero al velo.

Penso che la prossima volta lo farò in formine individuali e ho anche qualche altra idea, che, una volta sperimentata spero con successo, pubblicherò.

Brioscine che passione!

Brioscine al forno

A volte sui social network e nei forum vediamo foto di ricette irresistibili e a catena in molti si mettono a prepararle subito, appena dato un occhio in frigo e in dispensa.

Così è successo a me, che mi sono persa dietro questa piccola meraviglia, e le ho subito preparate.

Grazie a quell’amica di Mariangela Binetti che ha inoculato questo virus profumatissimo, presto diffuso!

Brioscine al forno

1 uovo

225 ml di latte intero tiepido

80 gr di zucchero

500 gr di farina 00 o manitoba o metà e metà

7 g di lievito di birra disidratato

100 gr di burro a temperatura ambiente

1 fialetta di vaniglia

1 pizzico di sale

Per la finitura:

bagnare con il latte la superfice e passare nello

zucchero semolato

preparazione

Versare nella planetaria l’uovo leggermente sbattuto, lo zucchero, il latte, la vaniglia ed il sale, mescolare bene il tutto utilizzando la foglia. Aggiungere un pò di farina con il lievito ed impastare a bassa velocità fino a quando non si otterrà un composto liscio ed omogeneo,aggiungendo il burro morbido , ed impastare fino a quando l’impasto non avrà assorbito tutto il burro. Aggiungere la farina rimanente, un po’ per volta, ed impastare fino ad ottenere un composto lucido ed elastico, morbido ma non eccessivamente appiccicoso. Versare l’impasto sulla spianatoia leggermente infarinata e lavorarlo brevemente a mano fino a quando non si attaccherà più alle mani.

Trasferire l’impasto in un recipiente leggermente infarinato e coprire con uno strofinaccio e lasciar lievitare in un luogo tiepido per1 ora circa. Stendere l’impasto ad uno spessore di 1cm o poco più e ricavare le brioscine dando la forma desiderata. Sistemare le brioscine ben distanziati uno con l’altro ,sulle teglie mettiamo la carta da forno e continuare la lievitazione coperti da uno strofinaccio, per altri 30 minuti circa, o fino a quando il volume non sarà praticamente raddoppiato. Cuocere in forno preriscaldato a 200° per 6/8 minuti.

Originariamente erano foggiate a treccioline (ma di due cilindretti intrecciati) io ne ho fatto qualche piccola ghirlanda, anche, come questa, che ho arricchito con una fotogenica conserva appena fatta, della Ferber, a base di quella zucca Hokkaido, così buona, che lei chiama Potimarron.(Julienne de Potimarron à la Vanille).

Brioscina con julienne de potimarron à la vanille

P.S. io avevo del lievito di birra compresso, così ne ho utilizzato il panetto, equivalente ai 7 gr. di lievito istantaneo e l’ho fatto far baldoria e spumeggiare un pochetto, con un po’ di latte e zucchero, nel tiepido antro del forno spento, con la sola lampadina a riscaldare.

In luogo della fialetta di vaniglia ho usato un baccello aperto lasciato in infusione nel latte, per un po’. Ho fatto, grata, tesoro dei baccelli arrivati dal Madagascar con la mia amica Giuliana Fabris e poi a me, sprofondandoli in vasi pieni di zucchero, e il profumo è superbo.