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Ove ci si arrabbia col tempo e si riferisce su autosemina delle scille e semina del muscari armeniacum

oOOOhhh ancora il gelo anche stanotte

Cronaca del tempo: oggi, 5 maggio 2011, temperatura del mattino ore 8:00, – 3°C sul termometro di casa.
Aprendo le imposte poco prima, avevo adocchiato i capini affranti dei poveri Delphinium, quelli in potenza blu scurissimo, in posizione riparata, alti ormai di stelo una quarantina di centimetri. Pensando a una carenza d’acqua ero uscita subito per provvedere.
Tulipani Apricot Beauty ancora stupefatti, a bocca aperta.
Dal getto di irrigazione nemmeno una goccia: ahimé, l’ennesima gelata blocca la fuoriuscita dell’acqua.
Lettura del termometro per verificare l’ipotesi con la scienza. Conferma: avvilita, nonostante la giornata di sole e temperatura diurna apparentemente più che mite, mando qualche accidente alle escursioni termiche mentre constato che ci risiamo con l’estate di giorno e l’inverno di notte.
Evito di guardare la magnolia stellata immaginando gli straccetti ex fiori, sorpresi dalla gelata sprovvisti dei pellicciotti di protezione invernale.
Anzi la guardo. Che tristezza questa (s) fioritura beige-marroncino! Per giunta sullo sfondo di un prato più giallo che verde per via dell’onnipresente tarassaco in fiore. I miei sogni di biancheggianti, odorose fioriture su sfondo verde appassiscono in un fiat.

Per consolarmi, ma con scarsa fiducia, stamattina ho messo mano alle semine dei muscari armeniacum, ora in fine di fioritura. Semi lasciati maturare e raccolti lo scorso anno, mi pare senza pregiudizio per i bulbi. Promemoria: devo ricordarmi di raccogliere i semi di quei muscari salvati dall’angosciante cumulo del compost del vivaio.

si si lo sappiamo: tra poco andremo a seme. Però saremo belli anche da secchi, care le nostre bianchine!

Ne devo prendere nota per non scordarmente, e se qualcuno per caso mi leggesse salti tutto a pie’ pari: li ho piazzati ai piedi del malus lisette più esposto, sul davanti del muretto nei pressi del malus red jade (prima fila verso la valle), ai piedi del prunus serrulata royal burgundi, ad est tra le piante di fragola a fiori rosa, salvate dal mucchio del compost da obojes, ai piedi del prunus cerasifera nigra, tra gli altri muscari, in seconda fila rispetto ai crocus bianchi (e viola), ai piedi della rosa nevada, al confine del muretto di contenimento. Seminati in superficie, chissà. Pare ci vogliano un paio di anni per la formazione del bulbo.
Almeno secondo quanto leggo qui
propagazione: Tramite bulbi a fine autunno o semi a inizio primavera fine inverno. Si piantano i bulbi, alla profondità di circa 8 cm e spaziandoli di circa 10 cm. in zone ben esposte alla luce all’inizio dell’autunno. Dopo 2 anni è possibile effettuare la divisione in cespi o utilizzare i bulbilli per la propagazione. Dagli esemplari propagati per semina o tramite bulbilli, per ottenere una fioritura bisogna aspettare almeno 2 anni.
Oh, sono in debito con questo mio diario di una foto dei bellissimi portasemi dei muscari. Delicati gli steli in fiore e, liberati dei piccoli semi scuri scuri, affascinanti nelle loro trasparenze una volta secchi.

Dovevo qualche riga alle scille, e alla loro anarchica fertilità.

Ecco qui, per chi abbia voglia di osservare con calma, meglio se in grande, quasi tre generazioni di scilla siberica (o sibirica):

Gli stadi di Scilla: madri - quasi nonne -  figlioli e prossima generazione. Col concorso dell'ape, si intende!

Il fiore visitato dall’ape, in pieno fulgore, un calice appassito già fecondato, un portasemi a forma di lampione, ancora verde: una capsula che a maturazione, quando lo stelo, inclinandosi via via, si farà sempre più basso, si aprirà liberando i semi sul terreno.
E le piccole scilla: un esile foglia, si direbbe, qualcuna con il tegumento del seme ancora in forma, in testa a mo’ di cappellino.

In questa ripresa dell’autogestita nursery i dettagli si vedono meglio. 🙂

la nursery delle scille close up _7008035 come oggetto avanzato-1

Le scille sono in compagnia dei crocus bianchi, con cui quasi fioriscono in contemporanea, ai piedi dei cornus alba sibirica alcune ed altre ai piedi del malus John Downie: i piccoli semenzali precedono sia gli adulti che i crocus, mi chiedo quando saranno in grado di fiorire.

scille pettegole, crocus curiosi

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Dei miei lupini ornamentali: qualcuno in adozione, altri cuccioli, svezzati, e adulti.

al margine dei boschi, in riva ai ruscelli, sui pendii a lato delle strade, fin quasi all’asfalto quanti lupini, in estate, a colorare di blu la Valle di Casìes Gsiesertal!

Selvaggi e lussureggianti, a volte associati ad alte aquilegie dello stesso colore. Splendidi. Una tentazione. E una concessione, anzi tre.

Dopo non poche incertezze, infatti, il mio fazzoletto di giardino essendo situato in Val Casìes, mi sono (quasi) sentita legittimata a prelevare, lungo il torrente Pidig, tre piante munite di grossa zolla, estratta con due forche e grande attenzione a non danneggiare le profonde e carnose radici. E quelle del vicinato.
Da trapiantare immediatamente. Da irrigare con abbondanza (e qui sono in debito di ringraziamenti con la mia vicina Laura, che ha fatto loro da nurse durante le mie assenze).

Eccoli, immortalati nella tardiva, piovosa e ancora fredda estate del 2010, seguita a una primavera inesistente e a un lungo, lunghissimo inverno:

lupini blu_3009876-1 come oggetto avanzato-1

e qui

lupini blu e aquilegie _3009883-1 come oggetto avanzato-1

Non so se questi lupini siano protetti e vi invito a non estirparli se non siete nelle mie stesse condizioni: in possibilità di traslocarli, cioè, sempre in zona, e di trarli da terra al momento opportuno e con strumenti adatti.
(tardivamente ho controllato: non sono tra le piante protette nella provincia di Bolzano, ma per ogni pianta penso che valga quello che ho scritto sopra)
Il trasloco, e le cure di Laura e mie, hanno dato esiti imprevisti: questi selvaggi figli della valle, radicando nel terriccio soffice della mia aiuola, si son messi, dopo un momento di perplessità, a crescere e a sfornare spighe su spighe di bellissimi fiori. E a svilupparsi, del tutto inaspettatamente, di molto in altezza, coprendo ahimé un po’ troppo la visione della valle ed espandendosi, pure, a spese di qualche altra piantuzza che già colà dimorava.

Li ho detti blu ma in effetti il blu di questi fiori è più contiguo al violetto, con qualche tocco, interno al fiore, di magenta scuro.

A fine stagione ho raccolto i semi, maturi, e li ho riportati dove avevo preso le tre piante, sistemandoli con del terriccio buono. Una restituzione, insomma, per far pace col dio della valle.

Nel mio vivaio preferito ho invece comprato delle piantine di Lupinus Red Gallery, dalle spighe color rosso magenta. Si sono presto sviluppate e hanno fiorito a lungo, fino ai geli.
Ho sempre reciso le infiorescenze per evitare che la pianta si esaurisse nel montare a seme ma ne ho lasciata maturare qualcuna. E pensando ai selvatici cugini e alla possibile dissemina spontanea, ho lasciato nel gelo invernale i fusti, tagliati, con i semi maturi racchiusi nei tipici baccelli da leguminosa, qual è il lupino.
Al disgelo ho trovato, sotto lo strato di foglie di betulla messe a mo’ di pacciamatura sopra le piante, i semenzali pronti da ripichettare, ancora in parte all’interno del baccello in disfacimento.

lupini semenzali _7001905 come oggetto avanzato-1

Li ho raccolti con delicatezza, religiosamente, con il terriccio circostante,

nursery dei lupini_7001897 come oggetto avanzato-1

con gran circospezione ho liberato i cotiledoni, idratandoli con uno spruzzatore, dal tegumento secco di rivestimento, che li tratteneva uniti,

2 lupini ibridi red gallery al disgelo _7001904 come oggetto avanzato-1

e infine li ho invasati in un vasetto di torba ché solo quelli avevo.

lupini semenzali in vasetto _7001899-1 come oggetto avanzato-1

Non è necessario fare così: basta un vasetto normale oppure, se ne avete tanti, basta un incavo in quelle strutture di plastica leggera, in genere azzurre, che contengono uno per uno i frutti per la vendita, in cassette.
Come questa

lupini semenzali_7001915 come oggetto avanzato-1

Formano presto un pane radicale maneggevole per il trapianto a dimora, in piena terra.
Hanno radici carnose e profonde questi lupini e, come tutte le leguminose, fissano nel terreno l’azoto atmosferico, arricchendolo.

I genitori, nello stesso giorno, già esibivano le loro belle foglie, ancora giovanilmente rosseggianti.

1 lupini ibridi red gallery al disgelo _7001902 come oggetto avanzato-2

Fioriscono, generosi, lo stesso anno in cui sono stati seminati: le foglie, eleganti, sono splendide fin da quando la pianta si apre alla buona stagione. Sono particolarmente d’effetto se piantati in massa, e beati voi se avete un giardino in cui potervelo permettere!
Belli accostati alle rose, insieme ai papaver orientalis, agli alti delphinium, alle viole del pensiero in primo piano. Magari ton sur ton.
Se solo i papaver orientalis (quelli rosa di una varietà di cui al momento non ricordo il nome) si convincessero a non seccare orribilmente le foglie dopo la fioritura! Anche nel clima fresco di qua non desistono da questa tradizione, che credevo limitata alle più calde pianure.
A me piacciono molti visti dall’alto, questi lupini: io li ho piantati lungo il prato, declive, qualcuno quasi in primo piano, davanti ai cornus sibirica, altri, i più, vicino alle rose Narrow Water, Jasmina, e la profumata Falstaff (Austin), di cui compendiano le gradazioni dal rosa al magenta. Mi accompagnano da un terrazzamento all’altro.

l'autunno? sì, l'Autunno.

Con grande entusiasmo dei bombi, che al primo sole ci fan colazione.

bombo tra i lupini crop bombo _7002305 come oggetto avanzato-1

Certo sono piante da estati fresche, montane, e regalano emozione soprattutto al mattino, dopo le lievi brinate settembrine, che ai fiori nulla tolgono della loro bellezza.

luce di brina appena sciolta al primo sole

Anche nel loro declino.

gioielli nel gelo

Ho letto – non ricordo dove – che si suggerisce di vernalizzare il semi dei lupini, facendo loro passare un periodo invernale nel frigo di casa. Un mio amico ha semplicemente comprato una bustina di Lupini ibridi in miscuglio (varietà non specificate) e ha proceduto a una semina del tutto normale. Risultato: un profluvio di piantine.
Ma i miei, come vedete, si son vernalizzati da sé. Nel grembo di neve del mio giardino d’inverno.

PS Confesso: ne ho comprati ancora: tre varietà rosa/rosse, una gialla e un paio di blu.