Ormai da anni fido compagno nelle mie avventure di conservatrice ammodino, da quest’ottimo libro di Christine Ferber, Le Larousse des confitures una ricetta ripresa oggi.

Ingredienti:
1 kg di mandarini NON trattati, dalla scorza fine e ben aderente alla polpa, come quelli (mandarini marzoli) che ho appena ricevuto da Arance da gustare, produttore di Acireale che vi consiglio caldamente. Su Facebook potreste contattare Nadia Cavallaro.
800 g di zucchero semolato
Il succo di 1 piccolo limone
Procedimento (attenzione, ci si mette un’eternità per preparare il tutto prima della cottura)
Spazzolate i mandarini per bene sotto l’acqua fresca corrente e privateli della scorza, che metterete da parte.
Separate gli spicchi e con pazienza eliminate i filamenti bianchi, raccogliendoli.
Rimuovete i semi facendo attenzione a non strappare le membrane che contengono la polpa (io uso una forbice con punta aguzza e ben affilata e pratico un taglietto a metà spicchio). Raccogliete i semi e metteteli, con i filamenti, in un fagottino di mussola chiuso con dello spago da cucina.
Tagliate a listelli sottili le scorze rimosse e sbollentatele in acqua per 5 minuti, scolate.
Versare 25 cl. di acqua nella pentola che utilizzerete per la conserva, aggiungete lo zucchero preventivamente riscaldato e portare a soluzione, lentamente, mescolando.
Aggiungere le scorze a filetti il fagottino dei semi, fare riprendere il bollore, schiumare e cuocere a fuoco vivo fino a allo stadio di cottura Petit Perlé (110 ° C).
Aggiungere gli spicchi dei mandarini e il succo del limone, fare riprendere l’ebollizione, schiumare e cuocere a fuoco vivo per 10 minuti, fino a che gli spicchi siamo traslucidi e restino sommersi nello sciroppo. Controllare la cottura con il termometro per la cottura dello zucchero (105 ° C) e/o con il metodo del piatto freddo (versare una goccia di marmellata su un piatto freddo e controllare se un poco mantiene la forma), e togliere dal fuoco.
Rimuovere il fagottino di semi e filamenti. Attendere che la confettura si stabilizzi un poco (è ciò che faccio io, non fa parte del procedimento della Ferber) . Mettere in barattoli sterilizzati preventivamente seguendo il solito metodo e chiudere con coperchi sterilizzati (alle volte ci passo dell’alcool da cucina, altre volte li immergo in acqua vicina al bollore).
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