Sono conserve fatte attraverso le tappe descritte qui, ed hanno una consistenza morbida, da qui il nome. L’utilizzo è simile a quello delle confetture/marmellate (ussignùr con queste nuove terminologie, stupidamente introdotte, si sono perse le precedenti differenziazioni) ma la loro durata è nettamente inferiore rispetto a queste conserve, per via del quantitativo di zucchero aggiunto.
Si parla infatti di 50-77% di zucchero rispetto alla polpa, e la loro conservazione non supera rispettivamente i tre-sei mesi.
Meglio farne piccole provviste e in vasetti di dimensioni opportune.
Sono ottimi spalmati sul pane, o pane e burro, serviti con gli scones e panna, o come ripieno per dolci, in particolare quelli a base di pan di Spagna o torte di vario tipo.
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©claudia cadoni 2014
detesto (assai) le nuove terminologie; amo le nuovissime (non UE): dolcepolpa.
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Sì, pure io, nel caso di quel casotto che hanno fatto con l’assassinio linguistico UE di marmellate, confetture ecc..
Ma queste sono antiche, e si riferiscono in modo preciso a preparazioni UK, per questo ho seguito questa denominazione. E composte, butter, cheese, paste son tutte dolcepolpa.
Ma orchestreremo, eh! :-))). Rimedieremo!
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